[il Corriere della Sera – 08-06-2016 – di Laura Cuppini]

In due anni è aumentata di 80 euro a persona la spesa pagata di tasca propria. Lorenzin: «Obiettivo è uniformare l’intero territorio su standard elevati, per permettere a ciascun cittadino di ottenere in tempi rapidi le prestazioni sanitarie di qualità»

Pagare per curarsi è ormai un gesto quotidiano: più sanità per chi può permettersela. Di conseguenza, in tanti devono rinunciare o rinviare: nell’ultimo anno sono stati undici milioni gli italiani che non hanno potuto occuparsi appieno della propria salute. A dirlo è la ricerca Censis-Rbm, presentata a Roma al “Welfare Day”. I numeri sono in forte aumento: nel 2012 erano 9 milioni (due in meno) gli italiani che avevano dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie per difficoltà economiche. Dunque, meno sanità pubblica e più privata (per chi può), fino ad arrivare alla sanità negata: niente cure senza soldi. Un problema che riguarda soprattutto anziani (2,4 milioni) e millennials, ovvero i nati tra gli anni ‘80 e il 2000 (2,2 milioni).

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